Aaron Wade Fisher

campo giove

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    nato il: 19/6/2014



    Child
    of
    madness
    AARON W.
    FISHER

    nome: Aaron. Deriva dall’ebraico e significa “illuminato”. Gli è stato dato perchè fosse sempre il primo all'appello era il nome del nonno materno.
    secondo nome: Wade. "Camminare a stento", "gettarsi"; se si considera la parentela divina, direi che come nome ci sta tutto.
    cognome: Fisher.
    data di nascita: 8 ottobre 2001
    luogo di nascita: Chicago
    età: 19 anni
    parentela divina: figlio di Bacco
    difetto fatale: quando è arrabbiato, perde le staffe, e diventa come un altra persona. Per quei secondi, o minuti, fa cose che normalmente non farebbe, e se qualcuno riuscisse a indirizzare la sua rabbia, farebbe anche del male a coloro a cui vuole bene. Praticamente diventa pazzo.
    poteri: Nessun vero potere, ma è bravo a capire le persone e a orientarsi nelle foreste o dove comunque la natura è più selvaggia.

    desc. fisica // non molto alto per un ragazzo, non raggiunge neanche il metro e ottanta, e lo fa sembrare ancora più basso l'essere muscoloso, causa allenamenti della Legione; non è esattamente un "armadio a due ante", ma è abbastanza in forma da sembrare uno sportivo professionista, soprattutto nei muscoli delle braccia. E' di carnagione naturalmente chiara, e non si abbronza facilmente neanche d'estate. I lineamenti del viso sono duri, con mascella squadrata e naso dritto che, diventando sempre più severi man mano che cresceva e perdeva la paffutizia dell'infanzia, lo fanno ora sembrare un generale inflessibile e precisino, tanto più perchè si rade la barba ispida ogni mattina come un orologio svizzero con attenzione. Ha gli occhi grandi e rotondi, che da bambino gli valsero il soprannome "pesce" (che se qualcuno si osasse ripetere adesso, probabilmente finirebbe in infermeria), verdi ma tendenti all'azzurro. I capelli sono castani chiari, che d'estate si schiariscono in un biondo scuro, e all'inizio della sua carriera da Legionario li tagliava sempre come un militare, per fare una buona impressione, ma col passare del tempo ha deciso di lasciarli crescere leggermente (non per una questione estetica, ma per coprire la testa dal sole nelle tante ore di addestramento), nonostante gli venga sempre la tentazione di passarcisi la mano per allontanarli dalla fronte.
    desc. caratteriale // è cresciuto con la convinzione di non essere niente di speciale, anzi di essere un po’ la mela marcia dell’albero, quindi ora, essendo diventato praetore, ha l’orgoglio di chi si è fatto da niente, e non ha nessuna remora a farlo notare (a chi? A chiunque! A te, a me, ai suoi amici, ai suoi nemici, al gatto, al cactus in fondo alla strada...). Non gli piace chi dà e riceve favoritismi, e lui per primo, di conseguenza, tratta tutti allo stesso modo. Non sorride molto, e sembra per questo uno scorbutico, ma in realtà è un tipo bonario, anche se dai modi di fare davvero bruschi e secchi. Non parla molto, preferisce dire quello che crede in modo consiso e veloce, per non perdere tempo. Nonostante incuta chiaramente un leggero timore, soprattutto alle nuove reclute, si crede simpatico; no, non è simpatico, si crede simpatico, ma le sue battute non sono per niente divertenti, e non capisce neanche i doppi sensi o i giochi di parole, quindi bisogna sempre starglieli a spiegare.
    E’ un ragazzo determinato, e non sopporta i ritardatori, il disordine, e quando la routine si spezza; non è forse un maniaco di questi tre elementi, e non esce di testa se qualcosa va fuori posto, ma non gli fa piacere, e il suo viso diventa ancora più scuro, quindi se vi chiama nel suo ufficio, o gli date appuntamento, farete meglio ad arrivare in orario se non volete finire a lavare i gabinetti di tutta Nuova Roma. Aaron non è un ragazzo vendicativo, ma preferisce i fatti alle parole, e anche se non sembra particolarmente carismatico, quando un affare gli interessa o deve difendere una causa in Senato, diventa molto bravo a farsi capire.
    Non rimugina sul passato, e non gli piace chi esce fuori dagli schemi.
    Dà l’idea di essere un ragazzo flemmatico e davvero equilibrato, ma a volte ha degli scatti d’ira violenti; non sono frequenti, ma quando avvengono meglio stare alla larga da lui: cambia completamente carattere, diventando letteralmente cattivo, e cinico, anche se di solito ha a cuote la salute e il benessere di tutti coloro che gli stanno intorno.
    Quando sente che sta per perdere le staffe, solitamente va all’Arena a distruggere qualche manichino per calmarsi.



    status: praetore della Dodicesima Legione Fulminata da due anni. La sua famiglia "mortale" non è particolarmente ricca, ma grazie al suo rango Aaron può permettersi ora di comprare qualsiasi cosa al Campo.
    coorte: seconda coorte. E' uno dei pochi mezzosangue senza referenze che sono riusciti a entrare in una delle prime due coorti; il praetore di allora stesso aveva garantito per lui.
    anni di servizio sei. E' al Campo da quando aveva tredici anni, e ha sul braccio sette cicatrici. Il suo tatuaggio rappresenta una vite intrecciata ad un palo, poichè figlio di Bacco.

    «Who's afraid of the big bad wolf?»
    bio // Aaron non aveva mai pensato di poter essere positivamente straordinario fino ai suoi 12 anni.
    Ha un’infanzia vagamente normale: iscritto alla scuola pubblica, una madre single che si risposa quando il figlio ha sette anni, un patrigno che lo tratta bene, ma non lo ama come un figlio. Aaron è spaventato dall’idea che morirà nella stessa cittadella in cui è nato, un comune nei pressi di Chicago, senza aver fatto nulla di speciale in vita, o di diventare il pazzo della città, quello che vive isolato sulla montagna perché vede cose che gli altri non vedono. Non ha sogni da realizzare o ideali da seguire, e tutto quello in cui prova finisce irrimediabilmente per deludere gli adulti intorno a lui (come quando si iscrive al corso di chimica bio organica perché sembrava figo, e il laboratorio esplode senza motivo apparente). Non è un ragazzino facile: oltre a essere dislessico e iperattivo, ci sono dei momenti in cui la sua apparente apatia si trasforma in rabbia cieca, che lo fa andare senza veri motivi contro i compagni e insegnanti, tanto che i genitori decidono di fargli vedere uno piscologo infantile. Forse è leggermente bipolare, forse cerca di attirare l’attenzione, ma ugualmente la madre e il patrigno pensano bene di iscriverlo in un collegio privato di San Francisco, gestito dalla zia.
    Aaron passa lì appena due mesi, prima di venir attaccato da un mostro. Nessun crede alle sue parole quando racconta quello che ha visto, così impacchetta armi e bagagli e una notte scappa, cercando di raggiungere Chicago. Senza soldi nè cibo, si perde inesorabilmente e, seguendo un istinto incomprensibile, si addestra nelle rovine di una vecchia villa. E’ la Casa del Lupo, dove incontra Lupa e il suo branco che, senza dargli troppe spiegazioni, lo mettono alla prova. Quando Aaron dimostra di essere in grado di badare a se stesso, ormai sicuro di non essere pazzo ma di essere speciale, lascia la Casa per raggiungere il Campo Giove.
    Durante il tragitto che affronta solo dalla Casa del Lupo alla Legione, incontra un gruppo di giganti che tengono prigionieri tre mezzosangue, fuori per un'Impresa. Con un inganno Aaron riesce a liberarli, e insieme i quattro scappano al Campo Giove. Qui Aaron viene accolto come un eroe, e ancora più che alla Casa del Lupo, capisce di aver trovato il posto per lui, quello che potrà chiamare casa.
    Viene accolto nella Seconda Legione, di cui faceva parte uno dei tre ragazzi salvati che garantisce per lui, e entro un mese riceve la sua prima cicatrice, poco prima di essere riconosciuto da Bacco.
    Pur non essendo un combattente nato, negli anni lavora sodo per farsi accettare sempre di più nella Legione, facendo quello che i suoi superiori gli impongono e non lamentandosi dei lavori faticosi. Nonostante venga preso sottogamba per la sua parentela divina, poichè i figli di Bacco di solito sono ritenuti scansafatiche o festaioli, dimostra di essere interessato alla vita del legionario come pochi altri e di avere mire politiche. Pur non avendo una buona parlantina dimostra il suo valore con i fatti e con ben due Imprese portate a termine, oltre alla difesa del Campo e alle più svariate attività a favore di Nuova Roma.
    A diciassette anni, durante la Festa della Fortuna, viene votato per sostituire il praetore che ha finito i dieci anni di servizio, e così sale a capo del Campo Giove.
    inventario //
    ► Spatha e scudo in oro imperiale.
    ► quattro semi magici; se piantati, basta sussurrare alla terra la pianta desiderata, e questa crescerà in pochi secondi. E' il regalo che ha ricevuto dal padre per i sedici anni, anche se non li ha mai usati.
    pte // 19 pte > 19 pte
    E' bravo nei corpo a corpo e con la spada, e la sua mira è discreta ma non ottima, cosa che lo penalizza nell'uso della lancia e nel tiro dei coltelli. Non ha uno stile originale, ma si basa principalmente sulle cose imparate, cercando di essere perfetto in ogni mossa e aggiungendoci del proprio solo se è sicuro che sia la cosa migliore.
    diario ruolate //
    Alloggi quinta coorte con Silena
    Piccolo Tevere con Flavia e Lion
    Allenamento all'Arena con Silena
    codice scheda © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
     
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    Fauno non ritrovato ma almeno fuori dai piedi, e una grana in meno da risolvere per Aaron. Le cose andavano decisamente meglio di poco prima, e Aaron era più rilassato... certo, sempre se non avesse dovuto pensare al lavoro che lo aspettava ai praetoria.
    «E che ca-... caspitacchiolo. Cinque minuti e già mi ritrovo senza lavoro. Sono talmente brava da risultare strabiliante!», esclamò allegramente Silena. Il ragazzo annuì, sorridendo bieco. Si aspettava il fiume di parole, e infatti arrivò imponente come le altre volte: «Oh, non volevo dire che tu fossi poco... insomma, so che lo stavi cercando da un po’, e che non lo trovavi... cosa che, effetivamente, mi rende più brava di te a scoprire le cose, ma credo che sia stata solo fortuna. Chi avrebbe potuto immaginare che avrei scoperto subito qualcuno che l'aveva visto. La fortuna dei principianti! Si, probabilmente è stata quella. Non che tu sia incompe- ...» breve pausa imbarazzata. «Ti prego, fammi stare zitta. »
    Aaron non riuscì a evitarsi uno sbuffo divertito. Dai, quella ragazza era fuori come un balcone, persino il re del ghiaccio ne sarebbe stato intenerito! Cercava di fare delle battute sarcastiche, ma allo stesso tempo di non offenderlo; dava per scontato che lui avrebbe colto tra le sue parole la cosa più negativa, e Aaron si chiese perché pensasse che lui fosse così permaloso... oppure era così con tutti, e esplicitava sempre i suoi pensieri per non far restare male le persone?
    Non aveva idea di come poterla zittire senza offenderla, e visto che era di buon’umore per la buona riuscita della ricerca (?) (che era durata così poco effettivamente proprio grazie alla spiccatezza di Silena), provò addirittura a fare una battuta: «L’unica cosa che sarebbe efficiente, sarebbe tapparti la bocca con un bavaglio»
    ... ecco, ok, non proprio brillante, Aaron, ma guadagni la stellina “almeno ci hai provato”. Non bene, eh, ma non ci si poteva aspettare di meglio, anche se sembrava più una minaccia che altro.
    Aaron era ancora impegnato a darsi le pacche sulla spalla da solo, quando Silena rispose alla sua proposta di andare insieme a prendere il volantino: «se non ti spiace, torno nel dormitorio a cercare qualcosa da fare mentre aspetto...»
    “Oh”.
    Per un secondo, il suo sorriso si congelò. Aveva pensato che- non importa. Non era importante cosa aveva pensato, ovvio che a lei non interessava fare uno stupido giro.
    «Certo», annuì, un po’secco. “Perché secco? No, non secco, Tanto non volevo perdere tempo, meglio non averla tra i piedi”. «Capisco. Il prima possibile ti farò avere quel volantino».
     
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